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Gedicht

Stefano Dal Bianco

A gift of flowers

to the reader

Under the mountain, on the edge of the meadow,
close to the mountain stream of Planaval,
I don’t say it coyly,
I picked some flowers:
three of each kind.

For a person I picked them, who for many years has been dead and yet perhaps still
lives here and does not keep us company and maybe doesn’t care about the flowers,
nor about the place that has changed.

Maybe I picked them out of uncertainty,
three by three,
precisely repeating a shiver.

Uncertainty of doing it for myself,

Uncertainty of wanting that you,
who do not know this place
who have never been there
and who now read my diary,
seeing the flowers will be moved
and come near me and understand
what it is that still lives on the edge of the meadow
and with the mountain breathes
and blends its voice with the water,
and towers above us.

Un regalo di fiori

Un regalo di fiori

al lettore

Sotto il monte, al margine del prato,
sotto il torrente di Planaval,
non lo dico per vezzo,
ho raccolto dei fiori:
per ogni tipo tre.

Per una persona, li ho presi, che da tanti anni è morta eppure ancora forse abita qui e
non ci fa compagnia e dei fiori forse non le importa, né del paese che è cambiato.

Nell’incertezza forse li ho raccolti,
a tre a tre,
con esattezza ripetendo un brivido.

Nell’incertezza di farlo per me.

Nell’incertezza di volere che tu,
che non conosci questo posto
che non ci sei mai stato
e che ora leggi il mio diario,
vedendo i fiori ti commuova
e mi venga vicino e capisca
chi al margine del prato abita ancora
e con il monte respira
e mescola con l’acqua la sua voce,
e ci sovrasta.
Stefano Dal Bianco

Stefano Dal Bianco

(Italië, 1961)

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Un regalo di fiori

al lettore

Sotto il monte, al margine del prato,
sotto il torrente di Planaval,
non lo dico per vezzo,
ho raccolto dei fiori:
per ogni tipo tre.

Per una persona, li ho presi, che da tanti anni è morta eppure ancora forse abita qui e
non ci fa compagnia e dei fiori forse non le importa, né del paese che è cambiato.

Nell’incertezza forse li ho raccolti,
a tre a tre,
con esattezza ripetendo un brivido.

Nell’incertezza di farlo per me.

Nell’incertezza di volere che tu,
che non conosci questo posto
che non ci sei mai stato
e che ora leggi il mio diario,
vedendo i fiori ti commuova
e mi venga vicino e capisca
chi al margine del prato abita ancora
e con il monte respira
e mescola con l’acqua la sua voce,
e ci sovrasta.

A gift of flowers

to the reader

Under the mountain, on the edge of the meadow,
close to the mountain stream of Planaval,
I don’t say it coyly,
I picked some flowers:
three of each kind.

For a person I picked them, who for many years has been dead and yet perhaps still
lives here and does not keep us company and maybe doesn’t care about the flowers,
nor about the place that has changed.

Maybe I picked them out of uncertainty,
three by three,
precisely repeating a shiver.

Uncertainty of doing it for myself,

Uncertainty of wanting that you,
who do not know this place
who have never been there
and who now read my diary,
seeing the flowers will be moved
and come near me and understand
what it is that still lives on the edge of the meadow
and with the mountain breathes
and blends its voice with the water,
and towers above us.
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